Dic
05
2013

Zoldo, Val di Zoldo o Val Zoldana?

Ecco un’altra cosa che rende speciale la nostra Valle, la confusione con cui viene indicata!

Arrivate a Longarone e avete un primo cartello con indicato Val Zoldana, poi un altro con Zoldo, e se prima di partire da casa vi venisse in mente di fare una ricerca in Google trovereste di tutto: Zoldo, Val di Zoldo, Zoldano, Val Zoldana ed anche Valzoldana (lo dice pure Wikipedia!!!)

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…e una volta non era così: Zoldo per i locali era solo e semplicemente Zoldo, ma come ben si sà la semplicità l’abbiamo persa nel corso della “civilizzazione”.

Ma cominciamo dall’inizio.

Il nome Zoldo compare per la prima volta in un documento storico del 1185 in cui Papa Lucio III elencando i possedimenti del Vescovo di Belluno cita: “Plebem Sanctii Floriani de Zoaldo cum capellis suis, et comitatum ipsius cum jurisdictione et districto in pertinentiis ipsius Zaoldi”.

Zoldo, quindi.

Il termine Zoldano venne usato fin dai primi del ‘900 nelle guide turistiche, e normalmente lo si usa come aggettivo sostantivato in riferimento appunto a Zoldo.

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Ma Val Zoldana? Ce lo siamo semplicemente inventato!

Quando il turismo divenne, soprattutto nella parte alta della Valle (Zoldo Alto), un fenomeno di una certa rilevanza, si cominciò a chiamare Zoldo Val Zoldana. Sembra fu quasi una decisione presa a tavolino da chi all’epoca si occupava della promozione della Valle: Zoldo era troppo duro, Val Zoldana aveva invece una sonorità più dolce, meglio presentabile al mercato del turismo.

Ed ecco il fiorire di Sci club Valzoldana, CAI Val Zoldana, Consorzio turistico Val Zoldana…..

Ma oggi?

Come scriveva il Professor Angelini : ” …meglio l’antico Val di Zoldo”… e ancor meglio è venirci e basta e godersi questo paradiso della natura!

P.s. Oggi abbiamo Consorzio Val di Zoldo, CAI Val di Zoldo, le Dolomiti di Zoldo….

Per ulteriori approfondimenti: il recente bellissimo libro fotografico di Paolo Lazzarin DOLOMITI DI ZOLDO Testi di Andrea Angelini (Scripta Edizioni) o meglio ancora una visita alla biblioteca della Fondazione G. Angelini a Belluno dove si ha modo di consultare i testi del Professore.

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