Feb
25
2015

Godersi con poco…. alle falde del Pelmo!

Godersi con poco è possibile? Sì, sicuramente sì se la scenografia è fatta di quinte come Pelmo, Civetta, Antelao ….

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Pochi strumenti e ci siamo: racchette da neve, le così dette ciaspe, sci da sci alpinismo o da sci escursionistico se vogliamo regalarci qualche curva scendendo, macchina fotografica e solo voglia di godersi!

E’ un inverno un po’ strano questo, ma le ultime stagioni sono tutte state un po’ strane, e quindi è meglio farci l’abitudine e avere sempre una gita tranquilla, ma di grande soddisfazione nell’elenco delle cose che si possono fare (non dimentichiamo mai che la sicurezza in montagna e soprattutto d’inverno è la prima cosa da portare con sé!).

Coi

Partiamo da Coi (Zoldo Alto), fantastico balcone a 1500m dove se allunghi la mano tocchi la Civetta e se appoggi troppo indietro la testa sbatti contro il Pelmo. Solo due passi tra i fienili di Coi rendono la giornata speciale, un tuffo nel passato, che grazie a sapienti ristrutturazioni vive ancora e ci permette di leggere tracce di una storia non così lontana nel tempo, ma nelle abitudini ormai preistorica.

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Sci ai piedi e via, verso il Pelmo.

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Seguiamo il sentiero n° 473 (cartina tabacco n°25 Dolomiti di Zoldo, altro strumento utile, che esiste anche come app) che inizialmente è una mulattiera lasciandoci alle spalle Coi e i suoi pascoli

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e raggiungendo alcuni vecchi fienili, che servivano appunto al ricovero del fieno. Una fontana ci regala l’acqua per la borraccia d’estate e fantastici giochi di ghiaccio in inverno, qui prestiamo attenzione a tenere la destra e non proseguire lungo la mulattiera principale che ci porterebbe verso Palafavera.

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Ci inoltriamo nel bosco e salendo incontreremo un bel tabià e, dopo aver ovviamente invidiato il proprietario e aver fantasticato su quanto avremmo bisogno ogni tanto di isolarci in un posto così, proseguiamo lungo il tracciato, che ora diventa sentiero, verso il Rifugio Venezia (che volendo potrebbe essere la meta di questa gita)

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… e quando ancora la salita non ci ha stufato usciamo in uno di quelli che sono i posti magici di Zoldo: le Mandre (1908m).

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Un dolce saliscendi, dove massi e mughi ricoperti di neve creano giochi di forme e luci troppo fotogenici per non fermarsi a immortalare la Civetta sullo sfondo.

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Da qui si prosegue lungo quello che in estate è il sentiero n°472, anche Alta via n°1, e appunto volendo si può così arrivare al Rifugio Venezia.

Noi avendo poche ore a disposizione preferiamo dopo poco abbandonare il sentiero e portarci un po’ più sotto la parete del Pelmo, su un colle, e da lì goderci il panorama prima di scendere a valle.

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Per la discesa raggiungiamo i Làch (1982m) e poi seguiamo la traccia del sentiero n°526 dove un bosco un po’ più aperto consente una bella sciata fino a raggiungere nuovamente Coi.

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500 metri di dislivello, una mezza giornata, la giusta fatica, ma tanto tanto da godersi!

Per informazioni, contatti con le guide alpine o attività organizzate www.valdizoldo.net

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