Ott
02
2013

Darè Copada, il ristoro dell’animo

Ci sono dei giorni in cui le cose non vanno per il verso giusto, diciamocelo.  Oggi è stato uno di quei giorni in cui avrei avuto voglia di fare le valigie ed emigrare in un paese… diverso.

La giusta terapia? Arrivare a casa e proporre al marito di cenare fuori. La cena la metto velocemente nello zaino e si va a passo Cibiana. Ci sono diversi ristoranti appetitosi per salire al Passo, ma oggi ho bisogno d’altro.

Il passo è veloce, ci sono alcune cose da scaricare e la fatica zittisce la mente, la terapia comincia a funzionare. Quando alzo lo sguardo e vedo la cima del Sassolungo di Cibiana illuminata dal sole, quel caldo colore che solo i tramonti dolomitici sanno dipingere, mi fermo, e realizzo (ad alta voce) “questo nessuno me lo tocca, questo me lo posso godere gratis!”.

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Adesso mi posso godere il silenzio, quel silenzio che in un bosco non c’è mai. Arrivati al bivio per forcella Bella, la stupenda forcella Ciavazzole (da guardare e non toccare dato che, da lì, la discesa negli ultimi anni è diventata davvero brutta) e Darè Copada, procediamo  verso quest’ultima, e dopo aver attraversato i Ciampi (o piani d’Angias o Ciampe detta alla “Zubianote” – spesso a Cibiana chiamano le vette ed i luoghi di confine in modo diverso dagli zoldani), giungiamo rilassati grazie alle coccole dello scorrere delle acque, al “nostro ristorante” con vista sul Gruppo del Bosconero e Cime della Serra: l’inizio della Calada.

La Calada è un sentiero da percorrere per scendere al Rifugio Bosconero (tappa sia dell’Anello Zoldano – 6 giorni circa di trekking chiudendo un cerchio intorno alla Val di Zoldo -, che dell’alta via n. 3).

Sotto di noi si intravede ancora l’ aial di Pian dei Buoi, uno dei tanti spiazzi che si riconoscono ancora nei nostri boschi, come fossili a testimonianza dei tempi in cui l’attività delle carbonaie aveva spogliato di vegetazione i monti.

La cena è tipica, insalata di orzo e vino rosso. Non abbiamo il lume di candela, ma ci pensa il sole tramontando a creare atmosfera. Non mi stupisco se uno dei motivi per cui l’Unesco ha dato il riconoscimento alle Dolomiti di Patrimonio dell’Umanità, è anche il cambiamento di colore che le rocce inscenano: un minuto fa erano rosse, calde, ora, tramontato il sole, sono grigie e fredde, ma sempre stupende!

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E’ estate, la luce ci consente di tornare a casa scendendo verso il Castelin, passando per Baita darè Copada ed infine a Cornigian. La macchina torniamo a prendercela domani mattina, intanto ci godiamo discesa, il panorama trascendente della notte.

Una cena, una passeggiata che si può fare anche in un pomeriggio, una scappata per “ristorarsi” l’animo!

 

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4 commenti

Ciao Irene, grazie, felice che tu lo abbia letto! e del filmato Immersioni con gli scarponi che mi dici? un abbraccio a voi

Dolomiticus… arrivata la neve!!!! fra qualche ora daremo il nostro contributo nel celebrarla. continua a seguirci. e tuffati ciaspole ai piedi nel mare bello delle Dolomiti UNESCO. un mare di neve.

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