Arrivo alla Staulanza con Giulia alle 8.45; un gruppo misto e variegato mi attende, chi dalle Marche chi da Venexia chi dall’Emilia. Il buonumore è davvero palpabile anche perchè il cielo è appena velato, non c’è vento e il sole inizia pian pianino a mostrarsi, alla faccia degli eredi tecnologici di Bernacca che presagivano bufera. Distribuisco le ciaspe e il buonumore lascia spazio all’eccitazione: il lungo armeggiare su questi strani indumenti che fanno i piedi grandi mi dice che quasi tutti sono alla prime armi.
In mezzo al cerchio indaffarato posiziono il mio cesto pieno di pietre e fossili, ” Speravate fossero funghi e invece xe sassi” dico canzonandomi e poi esordisco: ” Io e Giulia siamo geologi e oggi viaggeremo insieme indietro nel tempo e attraverseremo scenari molto lontani da questo”. Mi guardo intorno, il silenzio è calato…”e allora?! cosa vorranno mai dire?” ” Cossa i xe ga fumà?!”. Leggo chiaramente nei loro sguardi un misto di perplessità e curiosità, in alcuni addirittura la paura, quasi il terrore di doversi sorbire 4 ore di lezione. Li rassicuro, non sono solito tediare le persone con nozioni accademiche (non lo faccio nemmeno con gli studenti universitari!). Consapevole del potere geocomunicativo delle Dolomiti invito tutti a silenziare i telefoni e a silenziarci tutti per la prima mezz’ora. Ci immergiamo nel bosco, tutto è ammantato, non si ode rumore conosciuto e dove il sole si fa spazio tutto brilla. I rami piegati dalla copiosa neve si uniscono e sovrappongono a formare case coniche, “guarda: sembrano le case degli gnomi”, sento dal fondo. Usciamo un pochino dal tracciato per accentuare ancor di più la dimensione dell’immersione e scaturiscono giochi spontanei, la fantasia sta prendendo il sopravvento, la magia dolomitica inizia a fare effetto.
Proseguiamo salendo e usciamo dal bosco, il panorama è mozzafiato. Ecco! Ora siamo abbastanza immersi, felici e “fuori dal tempo” per deformarlo a nostro piacere, percorrendolo a salti, avanti e indietro. In questo spazio adimensionale e magico tutto diventa possibile e anche i paradossi della geologia, privilegio di pochi, diventano alla portata e patrimonio di tutti. Colgo l’attimo e con qualche piccola dritta snocciolata nelle brevi soste, i miei “sassi”, sbucati dallo zaino, prendono vita e si dilatano fino a formare paleo mondi e paleo ambienti: il mare e la montagna, la neve e i coralli si fondono, coesistono, tanto che riconosciamo nell’austera Marmolada e nell’elegante Sella i tratti inconfondibili di intere isole tropicali fossili, che si elevano ora dalle valli come facevano nel Triassico dagli abissi. Solo ora, con la mente sgombra e il cuore felice, le impronte di dinosauro del Monte Pelmetto, ben visibili a distanza di sicurezza su un macigno franato, si mescolano con le nostre e proviamo l’ebbrezza irripetibile di ciaspolare insieme ai i grandi rettili estinti. In Dolomiti UNESCO viaggiare nel tempo e nello spazio è facile, anche con le ciaspe!!
Per saperne di più sulla iniziativa “Ciaspolando nel tempo”